In ricordo di JOHNNY WINTER, famoso bluesman

È scomparso JOHNNY WINTER, una delle ultime leggende della chitarra elettrica rock blues. Aveva 70 anni, è morto il 16 luglio 2014 in una clinica di Zurigo.
Johnny, era un autentico signore della chitarra, uno di quei talenti che non si risparmiano, aperti a mille e una collaborazione, negli studi di registrazione come sulle assi del palcoscenico. Tutti lo cercavano, tutti lo volevano. Infatti si affermò anche come produttore, con tre dischi - Hard again, I'm ready e King Bee - con i quali, mettendo la sua acutezza al servizio dei suoni elettrici del maestro Muddy Waters, fu premiato con altrettanti Grammy Award e molte altre nomination ottenne da solista nella categoria album blues, vincendo nel 2004 con I’m a Bluesman. Nel 1988 il suo nome fu indotto nella Blues Foundation Hall of Fame e nel 2003 fu inserito al numero 63 della classifica "100 Greatest Guitarists of All Time" del prestigioso magazine americano Rolling Stone.
Winter era nato a Beaumont, nel cuore del Texas, il 23 febbraio 1944, aveva imparato a suonare la chitarra che era ancora un bambino, iniziando dall'ukulele, e già a 15 anni registrò un primo disco per una piccola etichetta di Houston. Chitarrista eclettico e funambolico, virtuoso ma non enfatico, dava il meglio sul palco improvvisando sui suoi assolo fumiganti. Partecipò anche a Woodstock, suonando nella notte del 17 agosto, terza giornata del raduno destinato a passare alla storia, con i suoi Progressive Blues Experiment. Dischi e live gli procurarono un'eccezionale popolarità, ma come accadde a tanti artisti della sua generazione Johnny finì nella spirale della tossicodipendenza. Ma seppe reagire e rialzarsi fino a che,  nel 1977, gli riuscì il colpaccio di "agganciare" il maestro BB King dopo il fallimento della Chess Records che lo aveva liquidato.
Virtuoso della chitarra slide - ma non soltanto: la Gibson. Winter ha attraversato la storia della musica popolare con un corpus impressionante di dischi, sia di studio che live, con una spiccata preferenza per questi ultimi visto che un artista della sua generosità trascorreva la maggior parte dell'esistenza in tour, soprattutto negli Stati Uniti, con un'attività concertistica assolutamente febbrile. Era stato anche in Italia, nel maggio scorso, con tre concerti che avevano toccato Roma, Udine e Mezzago.
Una beffa del destino gli ha negato l'opportunità di festeggiare il settantesimo compleanno con il nuovo album Step Back, la cui uscita era già annunciata per il primo settembre.
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